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di Pollo Scatenato

Alla fine l’hanno (quasi) preso, qui a Perugia, grazie all’involontario aiuto di Emergenze, che dopo Giulietto Chiesa ormai coltiva solo amicizie pericolose.

La polizia è arrivata (quasi) in tempo, alle 23.23 – ora propizia per alcuni, forse, ma non certo per Antonio Augugliaro, – con i gradi illuminati dal neon rosso dell’edicola 518.

Che qualcosa puzzasse, come quelle trappole un po’ antiquate con il formaggio in fondo alla gabbia, lo si era intuito già nel pomeriggio, quando l’elettricista del quartiere ha staccato il telefono (il suo) e la proiezione de “Io sto con la sposa” si è dovuta trasferire sull’altro lato della chiesa di Sant’Ercolano. La polizia non ha portato i cani, perché un regista milanese che attraversa illegalmente 5 paesi europei con altrettanti richiedenti asilo siriani, si riconosce da lontano. Così è stato passato al setaccio l’intero quartiere, illuminato qualsiasi anfratto, soppesati pure gli scalini della chiesa, interrogato ogni spettatore alticcio di Napoli-Benfica. Ma niente, neanche una sedia, neanche un tappo di proiettore. Lui – A.A. – era cinquanta metri piú in alto, da Umbró, con moglie e figli, a restituire le sedie che avrebbero provato la sua presenza. Gabri, una sedia gialla pesante quanto lui poggiata sulla testa, non faceva che ripetere che “la città non esiste” e “le stelle sono 8”. Devono leggergli Italo Calvino a casa.

Ora che sono definitivamente al sicuro – li abbiamo mandati a vedere Giotto – possiamo parlare liberamente di come Perugia continui a raccontare dei confini e dei mari che per peculiarità geografica non le é dato vedere direttamente. È dalla sua nascita che Emergenze si interroga, creando un’audience verso argomenti e problematiche che a settembre dell’anno scorso anche il Perugia Social Festival aveva toccato, premiando “Spartacus e Cassandra”. Un altro documentario che dialoga incredibilmente con la storia di resistenza politica in cui ci hanno guidato ieri sera Antonio e Gina. Perché l’Europa degli ultimi 70 anni è stata costantemente terra di migranti e sogno di nuova patria per molti, europei e non, e raccontarla è stata peculiarità e onere di un cinema coraggioso, in grado di unire poetica e spirito liberario. Da Angelopoulos a Kosturica, oggi molti giovani registi e artisti dimostrano di poter continuare l’evoluzione dello stesso percorso, in nome di quei valori che contraddistinguono la civiltà e che ciclicamente vengono dimenticati.