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Molti di quelli che comprano libri smaniano per avere un dorso in più da aggiungere alla propria libreria.
Alcuni li leggono, prima di arricchire la collezione; altri neppure quello. Alcuni li finiscono in tutta fretta per commentarli con gli amici o auto-legittimarsi ad una critica. Altri ci fanno delle pieghe per segnare punti che presumono torneranno ad esaminare.
Qualcuno, infine, i libri cerca di capirli. Non di capirne la morale, il messaggio, o qualunque altra cosa si presume un libro debba avere; le persone di cui parlo cercano di mettersi nei panni degli autori, e di capire quale fosse la loro necessità, perché quando si inizia a scrivere non lo si fa per mestiere o per divertimento, ma per necessità.
Almeno, noi avevamo una necessità: conoscere i pesci che risalgono il fiume e partecipare dell’energia che motiva ogni loro movimento di pinna, capire come certe fiamme possano rimanere accese in barba alla fisica delle correnti contemporanee.
Sembra aver colto questa nostra impellenza Luisa Brunelli, autrice di queste magnifiche righe in cui si ripercorrono le sue sensazioni di lettrice. Il confronto non è soltanto con la storia (quella estranea ai papi) della propria città, ma anche con dei modelli che insinuano il dubbio che la vita non sia un modello unico e precompilato, ma un foglio bianco su cui scrivere, ognuno con la propria calligrafia e, soprattutto, “Fuori dalle Righe”.

 

‘Fuori dalle righe’ non è un libro, è un’assemblea.
I personaggi di Perugia vi si riuniscono in una sorta di moderna ecclesia, semplici nella loro umanità, ma solenni nella loro presenza.
Mentre gli occhi del lettore scorrono tra le righe e superano pagina dopo pagina, la sensazione preponderante è quella di essere osservati, giudicati e pian piano ammessi ai segreti della città di Perugia. Sicuramente è anche questo il significato di quel “Fuori dalle righe” che campeggia in copertina,  un monito ad avvisare che una volta aperto il libro si dischiuderà un mondo al di là delle parole e saremo accolti, senza possibilità di ritorno, alla conoscenza della Perugia più vera.
Gli autori di Emergenze mettono la loro maestria al servizio dei volti perugini, consapevoli che alla fine saranno i personaggi a prendere la penna in mano e guidarli nelle loro storie.
Così si snodano nel tempo le nostre vicende di ribellione, che colpiscono dure e attuali come pugni nello stomaco, e non ci permettono di dimenticare che parliamo di storie della nostra città, di anni che hanno coinvolto le nostre famiglie, di persone che tuttora sentiamo nominare durante una vasca nelle serate estive. Mentre leggiamo, quei volti ci appaiono i nostri: rivediamo momenti delle nostre vite in cui un soffio del destino ci ha portato a prendere una scelta, e di colpo, come piume, siamo trascinati in un’altra storia, a provare l’orgoglio e il pianto degli Ingrifati davanti alla bara di Skrondo, a resistere con dignità come Rina Gatti o Roger, a lasciare le certezze per seguire un sogno come Manlio Bacosi.
I confini si sfumano e prima della fine del libro non si sa più se questi personaggi sono entrati nelle nostre vite o se noi siamo entrati nella loro, nella solenne assemblea dei perugini, che ci ha ammesso infine alla visione di quei piccoli tasselli che compongono la Storia di Perugia.

 

Immagine di copertina: Gabriele Anastasio, uno dei personaggi raccontati in “Fuori dalle Righe”, sfoglia il libro in anteprima in casa sua.

 

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