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Fuori dalle righe è il titolo del secondo libro di Emergenze Publishing ma soprattutto è un modo di vivere. Non s’impara a vivere fuori dalle righe. Ci si può sforzare di farlo ma non si raggiungerà mai la spontaneità irriverente di chi lo fa per vocazione.

Dietro il successo di Perugia nascosta, la nostra guida psicogeografica alla scoperta dei luoghi segreti del capoluogo umbro, è nato un progetto ulteriore. Non i luoghi ma le persone. Una deriva umana nei cuori che battono salendo e scendendo le scale dell’acropoli.

In questa intervista ad Antonio Brizioli, sacerdote di Emergenze e co-autore del libro, cerchiamo di scoprire qualcosa in più su questa pubblicazione.

Cosa significa per te Fuori dalle righe e come si inserisce nella vostra produzione?

Fuori dalle righe lo considero un progetto di svolta. Un momento di consapevolezza molto forte, in cui la nostra attività sul territorio ha incontrato in modo naturale ed esplosivo il nostro progetto politico.

Da quando abbiamo iniziato con Emergenze la nostra idea portante è sempre stata quella di stimolare un rapporto col territorio diverso da quello abituale. Oggi la città è sempre più sfondo distaccato di attività lavorative, svaghi, incontri e attraversamenti. Una risorsa da sfruttare, senza vivere lo scambio di emozioni, saperi, contraddizioni e lotte che si celano dietro ogni contesto urbano e lo plasmano. Quindi Perugia nascosta, il nostro primo libro, mirava a dirottare, a portare la gente al di fuori delle traiettorie consuetudinarie.

Con Fuori dalle righe abbiamo fatto di più, abbiamo reso servizio alla memoria storica della città tramite il racconto di 15 personaggi comuni, il cui apporto al tessuto urbano è stato a nostro giudizio inestimabile. Non i grandi, non i notabili, non i condottieri né i cardinali, non gli imprenditori né gli artisti che si trovano sui manuali: gli antieroi, gli sconfitti, coloro grazie ai quali Perugia ha memorie, mitologie di strada e storie da raccontare. Coloro grazie ai quali può esistere un senso contemporaneo di appartenenza.

Come è stata fatta la scelta dei personaggi?

Semplicemente abbiamo riunito il nostro gruppo di lavoro, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti: chi è stato davvero importante per te? E perché? Chi è che davvero ti ha cambiato il modo di vedere le cose, il mondo? Chi ti ha fatto amare – o odiare – questa città? E soprattutto: chi non vorresti mai che fosse dimenticato?

E tu chi hai scelto? E perché?

Io ho narrato tre personaggi, che hanno influenzato la mia vita in momenti molto diversi.

Il primo che ho incontrato, con il quale si chiude il libro, è la la mia professoressa di greco e latino in quarto ginnasio (ormai diversi anni fa). Era la classica insegnante che non rispettava neanche uno dei dettami ministeriali e contravveniva ad ogni forma di buonismo o buon senso con radicale naturalezza. Era anche molto criticata perché veramente “fuori dalle righe”: assegnava i voti in base alla simpatia, faceva ciò che voleva e rispondeva anche male ove necessario. Con lei si faceva poca grammatica ma si leggeva Pavese, si guardavano i film di Pasolini, si ballava il syrtaky, s’imparava a sognare. Dopo tanti anni l’ho incontrata al bar, consumata dalla vita, sguardo fiero e pieno dei sogni di una vita intera. Mi ha detto che in due luoghi potevo trovarla, al bar o ad Atene. Finalmente l’ho ringraziata perché la grammatica greca l’ho purtroppo dimenticata. Pasolini mai.

Il secondo è Roger; un senza tetto che tutti conoscono a Perugia, con una percorso particolare. Era figlio di un ricco diplomatico, parlava un sacco di lingue, leggeva ed era pieno di cultura. Nessuno ha mai capito come fosse diventato un senza dimora intossicato dal Tavernello. Io stesso, pur essendo affascinato dal suo portamento da nobile decaduto, lo lasciavo passare, non ci ho mai parlato. Poi un giorno è morto in un rogo di libri, perché una stufa rudimentale architettata per scaldarsi ha dato fuoco ai libri di cui amava circondarsi e quindi a lui. La cultura uccide, purtroppo. E io ho cercato di non farlo morire nella memoria. Un riscatto tardivo verso un personaggio a cui avrei voluto chiedere di più.

Il terzo è Sanna, per tutti Mario, il distributore di riviste con cui tutt’oggi collaboro tramite Edicola 518. La sua è una storia di resistenza, di dignità, di sconfitta nel tempo e vittoria nello spirito. Mario aveva un’azienda di distribuzione editoriale con 15 dipendenti, grazie alla quale portava giornali e riviste a tutte le edicole dell’Umbria. Poi un giorno è arrivato un distributore con tanti soldi e l’ha spazzato via insieme a tutti gli altri piccoli distributori locali. Anziché vendere l’azienda o scendere a patti col distributore leader, Mario ha continuato a lavorare con una manciata di titoli, nel piano terra di casa sua, dove la mattina ci si può fermare a gustare un buon caffè. In una tazzina piena di rimpianti, ricordi, rabbia e voglia di lottare ancora.

E che cosa accomuna questi tre?

Il fatto che sono tutte persone dalle quali ho imparato la dignità di vivere diversamente. Senza chiedere spiegazioni. Accettando la vita e celebrandone il dramma.

Che dici del progetto grafico del libro?

Come il precedente Perugia nascosta, Fuori dalle righe è un progetto grafico di Steve Gobesso, che in fin dei conti potrebbe benissimo essere uno dei protagonisti del libro. Io lo chiamo “maestro” perché ha una vocazione naturale all’insegnamento; è uno da cui s’impara sempre. Professore all’ISIA di Urbino, dopo decenni di lavoro a Roma, si è ritirato a Todi, paese a cui sono molto legato, dove vive nella sua poetica mansarda dedicandosi alla fotografia, alla grafica, al teatro, alla calligrafia giapponese. Un versatile, un politicamente scorretto, uno di quelli che piacciono a noi. L’abbiamo conosciuto per caso e da quel momento è stato naturale collaborare. Il progetto grafico di Perugia Nascosta è elegante e tradizionale, nel pieno stile del maestro. In Fuori dalle righe il contenuto ci ha consentito di sperimentare di più e Steve ha fatto una ricerca iconografica molto raffinata. In pieno accordo con titolo e contenuto, è un libro eccentrico, a volte eccessivo, ma denso e passionale.

Perché la gente dovrebbe leggere “Fuori dalle righe”?

Perché è un libro che nell’epoca della competizione, della prevaricazione, del cosiddetto “vincismo” (religione pagana secondo cui o vinci o sei un fallito), canta la voce delicata e l’azione decisa di chi ha scelto di non gareggiare. E nel farlo racconta una Perugia di artisti, poeti, strada, manifestazioni, università, amori, passioni folli e stili di vita impossibili da imitare.

I libri “Fuori dalle righe” e “Perugia nascosta”, sono disponibili per l’acquisto in Edicola 518 (via Sant’Ercolano 42/A, Perugia) oppure possono essere ordinati scrivendo a emergenze.pg@gmail.com

Acquistandoli si scoprono tanti segreti sulla città di Perugia, si sostiene la preziosa attività di Emergenze e si riflette almeno un po’ sulla vita.

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