Che non ci sono poteri buoni – Il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De Andrè

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Non è un caso che questo libro esca come numero speciale della rivista “A”, la preferita di De Andrè, quella che a volte nei concerti si metteva in tasca, con il logo di copertina ben visibile. Questo libro riprende il meglio degli articoli, saggi e interviste apparse su “A” che affrontano le mille questioni di cui Fabrizio si è occupato: carcere, ipocrisia piccolo-borghese, droga, popoli nativi, omo/trans-sessualità, zingari, maggioranze e minoranze, prostitute, guerra, ecc. Apre il libro uno scritto di Dori Ghezzi sul proprio rapporto con l’anarchia. Sono riprodotti i testi del dossier “Signora libertà, signorina anarchia”; venti interviste realizzate da Renzo Sabatini con amici, collaboratori, “esperti” di tematiche approfondite da Fabrizio; notizie sui suoi concerti a favore degli anarchici (compresi quelli a Rimini 1975 e a Bologna 1976, di cui si sapeva poco o niente); altri scritti, testimonianze, poster, foto e disegni in parte inediti. Vi è poi la riproduzione di 25 pagine del volume L’anarchia, che Dori ha regalato ad “A”, appartenuto proprio a Fabrizio. Ogni pagina ha sottolineature e annotazioni scritte di suo pugno, che testimoniano la meticolosità della sua lettura e anche la profondità delle sue riflessioni, con un occhio alla storia e uno all’attualità. Uno strumento prezioso e inedito per meglio comprendere come lavorava. Ancora una volta, il pensiero di Fabrizio si conferma uno scrigno, una cassetta degli attrezzi per coloro che – anarchici/che o no – vogliano riflettere, sognare ma anche cercare di realizzare un mondo migliore, per quanto possibile di persone libere e uguali.