Fenomenologia della fine

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300 pp.
2020

Franco Bifo Berardi torna, e col libro che, a suo stesso dire, è il più importante che abbia mai scritto. Partendo dall’analisi dei cambiamenti occorsi alle nostre sensibilità estetiche ed emozionali, Bifo racconta di come il semio-capitalismo abbia catturato le risorse più intime del processo soggettivo: la nostra percezione del tempo, la nostra sensibilità, il modo in cui ci relazioniamo l’un l’altro, la nostra capacità di immaginare un futuro. La precarizzazione e la frattalizzazione del lavoro hanno provocato una mutazione profonda nella psicosfera che ha comportato la sempre maggiore incidenza di psicopatologie come il disturbo da stress post-traumatico, l’autismo, il panico, il deficit dell’attenzione. Tratteggiando una genealogia della globalizzazione capitalista, Bifo ci mostra come il flusso semiotico del capitale abbia ormai raggiunto una complessità tale da renderci impossibile processare la mole di informazioni che esso stesso produce, attraverso noi. È così che abbiamo finito per rispondere a una logica da sciame: è impossibile dire «no». Le relazioni sociali sono intrappolate in un pattern di interazioni codificate da macchine tecno-linguistiche, smartphone, schermi di ogni dimensione, e ognuno di questi device sensoriali ed emozionali sta distruggendo la sensibilità stessa del nostro organismo, sottoponendola allo stress della competizione e dell’accelerazione.