Pubblicato per la prima volta nel 1958 dalla leggendaria City Lights di Lawrence Ferlinghetti, Gasoline è insieme ispirazione e testimonianza della temperatura emotiva di quel periodo, oltre che una pagina fondamentale dell’intera Beat Generation. Passione, slancio, malinconia e rabbia: tutto questo è Gregory Corso, che in questa raccolta introduce i caratteri fondamentali della sua opera e del linguaggio beatnik: i lunghi viaggi, il desiderio di stupire, il culto della libertà, gli entusiasmi disordinati, i grandi amori e la rabbia del vivere. La sua poesia è istinto, diario sincopato di una lotta infinita che trae la sua forza direttamente dall’esperienza, un ironico mosaico di spunti che assumono senso e significato proprio dalla loro apparente insignificanza, specchio della condizione di marginalità dell’uomo e dell’artista. Con i suoi versi immediati e privi di orpelli, sospesi fra il ritmo della musica nera e del jazz e i moti dell’anima, Gasoline è il manifesto di quello che la Pivano definì “un uomo insolente e strafottente, ma con il dono di non dire mai una sciocchezza”. Prefazione di Fernanda Pivano. Con un’introduzione di Allen Ginsberg.