Cos’è che rende umani gli esseri umani? Nel momento in cui scienza e tecnologia sfidano i confini che separano vita e non-vita, organico e inorganico, questa antica domanda torna a essere più urgente che mai. In Humankind, il filosofo Timothy Morton – teorico degli Iperoggetti e tra i più importanti pensatori della contemporaneità – ci invita a riconsiderare il quesito da un punto di vista politico, arrivando alla conclusione che il destino dell’umanità deriva proprio dal nostro rapporto con le entità non umane. Perché solo creando una rete di armonia e solidarietà con le entità non umane possiamo aspirare a una coesistenza ecologica in grado di opporsi tanto a multinazionali come Monsanto quanto ai piani dei multimiliardari della Silicon Valley, nel nome di una consapevolezza generale capace di includere e superare la stessa nozione di specie.