Nelle opere di Kafka bisogna muoversi con prudenza e circospezione, ci ammonisce Walter Benjamin. Ecco perché Löwy ci fornisce un filo rosso in grado di guidarci nel labirinto kafkiano. E questo filo rosso è la sua passione antiautoritaria, la sua coerente insubordinazione verso qualunque autorità, a partire da quella paterna. Non si tratta però di una coerenza teorica – anche se questa attenta biografia evidenzia i suoi contatti con l’anarchismo praghese – bensì di una sensibilità, di un atteggiamento esistenziale, presente in tutta l’opera narrativa, che ci consente di cogliere la sua dimensione poeticamente sovversiva. Così Löwy, senza mai cadere in facili ideologismi, si butta a capofitto nell’intreccio delle testimonianze, degli epistolari e degli appunti di Kafka, mostrandoci il nucleo profondo della sua scrittura: una sete infinita di libertà.