Psicopolitica

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14x20cm
120 pp.
2016

Un’infinita possibilità di connessione e di informazione ci rende veramente soggetti liberi? Partendo da questo interrogativo, Han tratteggia la nuova società del controllo psicopolitico, che non si impone con divieti e non ci obbliga al silenzio: ci invita invece di continuo a comunicare, a condividere, a partecipare, a esprimere opinioni e desideri, a raccontare la nostra vita. Con un volto amichevole ci seduce e ci lusinga, mappa la nostra psiche e la quantifica attraverso i big data, ci stimola all’uso di dispositivi di automonitoraggio, ottimizzando le nostre prestazioni. Nel panottico digitale del nuovo millennio – con internet, gli smartphone e i Google Glass – non si viene torturati, ma twittati o postati, il soggetto e la sua psiche diventano produttori attivi di beni immateriali, i dati personali e le emozioni sono costantemente monetizzati e commercializzati. In questo suo saggio, Han pone l’attenzione sul cambio di paradigma che stiamo vivendo, mostrando come la libertà oggi vada incontro a una fatale dialettica che la porta a rovesciarsi in costrizione: per ridefinirla è necessario diventare eretici, rivolgersi alla libera scelta, alla non conformità.