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La città è come il mondo dei sogni nel quale nulla è come sembra.
Thomas De Quincey.

È possibile viaggiare senza doversi muovere? Sì, proprio come è possibile sognare senza spostarsi dal proprio letto.
Dalle Alpi agli Appennini, da Odisseo a Baudolino, passando per Marco Polo e R.L.Stevenson, Goethe, Jerome e Chatwin.
La quantità degli autori e dei personaggi che la parola viaggio farà venire in mente a ciascun lettore è lunghissima.
Ciascuno – e tutti – avranno i propri preferiti. Quelli cioè sono riusciti a far volare la loro mente attraverso la magica alchimia della scrittura.
Il viaggio d’altronde suscita aspirazioni e desideri. Desta sogni e aneddoti, rinvigorisce spiriti e attira l’ attenzione.
Ma arriviamo al punto. L’idea di Desired Landscapes è quella di fornire un utile strumento per l’ermeneutica del viaggio.
Come bilanciare una esperienza per antonomasia personalissima con le esigenze di condivisione e di empatia proprie di una rivista?

Prima però vi spieghiamo la rivista, poi vi forniamo la risposta fornitaci. Tascabile nelle dimensioni, colorata nella impaginazione, compatta variegata e stampata in una elegante carta spessa in cui si uniscono agli articoli in inglese foto, poesie e disegni .
I vari autori sarebbero un po’ come gli apostoli i quali – come vogliono le Scritture – ricevettero il compito di spargersi per il mondo. Solo che il loro compito è osservare le città anziché predicare il verbo.
Usiamo queste parole non a sproposito. Apostolo viene dal greco “apostolos” e significa inviato. Ed a pensarci bene questo semestrale per formato e aspirazioni si presenta come un vero e proprio breviario del viaggiatore.
E a proposito di greco, ateniese è la rivista, l’ideatrice e molti degli autori. L’obiettivo di Desired Landscapes è proporre una dopo l’altra le città del mondo con la missione di provare a capirle, di offrire metodi di analisi e di cercare angoli di ispirazione.
Proporre visioni di luoghi e società possibili insomma, quasi fossero le “città invisibili” di Calvino.
Città ovviamente diverse per latitudine geografica, filosofia urbana, lingua (o lingue) parlata, codici e geometrie.
Alcune città sono conclamate ed affascinanti come Alessandria d’Egitto, Barcellona, Berlino, Firenze o Atene; ma ce ne sono anche di piccole ed alternative come Sour Lake in Ecuador.
Per non parlare di Concrete Islands, cui non può nemmeno essere fornito l’attributo di reale (essendo una creazione dello scrittore britannico J.C. Ballard) o di Walden 7, un esperimento architettonico e sociale di barrio sviluppato in un unico immenso palazzo labirintico alle porte di Barcellona come – e più – di un moderno Palazzo Ducale di Montefeltro ad Urbino.
Probabilmente Desired Landscapes è più una guida ai metodi che una guida all’oggetto.
Sono proposte, stimoli, scorci di prospettiva. Non si cercano i monumenti, ma la filosofia del convivere.
Molto ateniese come concetto in effetti. È buffo che per viaggiare ci affidiamo ad una guida, quasi che avesse una misteriosa aurea
spirituale. Eppure a ben vedere non siamo in presenza della guida da viaggio tradizionalmente concepita.

Ma d’altro lato viviamo in una realtà così tecnologicamente avanzata e così strettamente interconnessa, da poter influenzare in negativo – tanto da banalizzarla – la esperienza del viaggio stessa. Dunque anche il metodo deve cambiare. Un GPS può condurti da un luogo ad A ad un luogo B nella maniera più veloce possibile, ma sicuramente non nella più gratificante.
L’esperienza di quella che Walter Benjamin definiva aura (riferendosi all’arte, ma ci permetterete di ampliarne l’ambito applicativo) rischia di rimanere irrimediabilmente persa dalla foga di condividere sui social network. Le città sono e restano un labirinto di significati e di emozioni. Ed i veri viaggiatori potrebbero avere più bisogno di perdersi con Baudelaire che di ritrovarsi con le recensioni di TripAdvisor. Peraltro l’operazione di guida all’interpretazione non è squisitamente soggettiva e personalistica. Ci sono vari articoli impostati con il rigore ed il metodo delle pubblicazioni accademiche, fornendo spunti utili non al sensazionalismo ma alla ricerca mirata e ragionata. Segnaliamo sotto questo aspetto ad esempio una guida ai codici di navigazione (ovvero, come decriptare una città nel mondo attuale?), ma anche una ricerca sugli iconici neon pubblicitari di Hong Kong, sull’uso degli ex-voto nella modernizzazione delle campagne greche e sul concetto di
incompiuto in un centro di estrazione petrolifero ecuadoregno.
Viaggi iperuranei, voli pindarici, vizio (o lusso) del perdersi tra i luoghi ed i simboli finalizzato alla catartica esperienza del ritrovarsi, o per lo meno del fornire un senso alle cose od un filo conduttore. Sembra maieutica, ma non è nulla di più – ma nemmeno nulla di meno – della magia del
comunicare.
Ecco, questa è la risposta al quesito.

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