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Tra tanti critici teatrali in attività, Andrea Porcheddu ci sembra il più pimpante. Non è un ragazzino, anzi ha dallla sua una certa maturità e frequentazioni teatrali trentennali, ma è curioso. Ha uno sguardo interessante sulla scena contemporanea. Ce l’ha sempre avuto. Leggendo questa sua intervista ci viene voglia di chiederli quali grandi del teatro contemporaneo sono passati sotto la sua penna quando erano alle prime armi. Lo faremo. Per ora riportiamo questi due brani significativi dell’intervista che ha fatto con Claudia Sarritzu.

Può fare il nome di qualche avanguardia teatrale poetica che possa farci sognare di nuovo, che sovverta il teatro? (Sorride) Parole grosse, credo che ci siano però due tendenze in atto che a me stanno interessando molto. La prima è un teatro fatto da attori, alcuni di questi si assumono l’onere della regia, affrontando i testi in modo disinvolto, veloce, pratico, attorale, per ritrovare il contatto con il pubblico. Da Toni Servillo a Iuri Ferrini da Valerio Binasco ad Arturo Cirillo e Filippo Dini. Sono tanti questi attori-registi che, guardando al passato, stanno illuminando il futuro del teatro con opere di qualità che però fanno divertire il pubblico e lo fanno tornare nei teatri. L’altra tendenza in atto è il teatro sociale d’arte. Quel teatro che nasce da contesti sociali diversi e marginali e che ha perso quella funzione appunto sociale di recupero e interazione, ma che sta facendo cose qualitativamente interessanti che secondo me stanno cambiando il panorama della ricerca teatrale. Si inventano nuovi linguaggi con nuovi attori e nuove drammaturgie. Un esempio la Compagnia della Fortezza di Volterra, oppure Babilonia Teatri. Si sta indagando su una teatralità più ampia e stanno venendo fuori lavori artisticamente interessanti.
Lei è noto per aver raccontato tendenze e individuato giovani talenti della scena. Cinque nomi e cinque perché per il teatro degli anni ’10. Difficile fare nomi, difficile restringere a una cinquina di personalità le tendenze e le speranze di un decennio. Ci provo, ma saranno almeno dieci: due drammaturghi come Fabrizio Sinisi e Mariano Dammacco; due attrici come la brava Alice Arcuri e la debuttante Francesca De Pasquale; due attori-autori-registi come Michele Sinisi e Giuliano Scarpinato; due gruppi come Vico Quarto Mazzini e Punta Corsara; due luoghi come Carrozzerie Not di Roma e Fuori Luogo di La Spezia.

Agamennone di Fabrizio Sinisi (da Eschilo). Regia di Alessandro Machìa

Mariano Dammacco in Appunti per un esilio
Mariano Dammacco in Appunti per un esilio

La scuola delle moglie al teatro Stabile di Genova con Alice Arcuri

Amleto. Di e con Michele Sinisi

Giuliano Scarpinato recita “Diario senza date” di Roberto Andò a “Notte di zucchero”

Vicoquartomazzini in Amleto

Punta Corsara in Hamlet Travestie

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