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di Antonio Brizioli

 

La gente si accalca e fa pressione. Preceduta da ammirazione e complimenti. Oltrepassare il portone tirato a lucido, lasciarsi sopra l’arcone e liberare lo sguardo zigzagante come il filo rosso che lo sovrasta. A quel punto la riflessione viene naturale: “Ma quanto è bello questo spazio, come ho fatto a non notarlo prima…”.

Eppure era sotto i tuoi occhi fratello, ci sei passato affianco almeno un milione di volte, non degnandogli neanche la coda del tuo occhio disinteressato. Ma non voglio darti colpe, perché in fondo non credo tu ne abbia molte. Io stesso, che lo spazio lo conoscevo bene, non l’avevo mai degnato di grossa attenzione, vedendolo sempre impegnato da mostre amatoriali: nell’approccio più che nel contenuto.

Stiamo parlando dell’ex chiesa di Santa Maria della Misericordia, parte del complesso dell’ex ospedale della Misericordia, oggi convertito a mercato di cibo. Lì sotto riposano le anime dei nostri avi, le cui ossa sono state portate via a camionate durante la ristrutturazione. Anch’io in quella chiesa che conosco da sempre, sono entrato per la prima volta una settimana fa, dopo aver preso le chiavi agli uffici della cultura del Comune di Perugia.

L’impressione è stata subito quella di una cattedrale del degrado, da riportare alla dignità con azioni concrete. La Misericordia, di cui magicamente sabato scorso, all’inaugurazione della mostra “Emergenze Ritratte” di Walter Meregalli, tutti ammiravano la sacra imponenza, è un esempio di incuria unico e irripetibile. Il Comune lo utilizza come spazio cuscinetto per artisti minori, quelli da tenere a bada con un contentino una volta ogni tanto… Ma, verrebbe da chiedere: non sarebbe meglio dire qualche “no” in più e garantire la dignità (non le risorse, la dignità) a quelli a cui si dice “sì”?

L’unica risorsa che il Comune mette a disposizione a chi prende in carico questo spazio è l’elettricità, perché far usare agli artisti le candele sarebbe forse troppo… Per il resto lo spazio va avanti con 0 euro di investimenti in un anno. Esso è affidato in autogestione all’artista con un esperimento che, se non fosse inconsapevole, sarebbe pure innovativo. Le pareti non vengono imbiancate tra una mostra e l’altra perché che importa, certi artisti non meritano il muro bianco. I pavimenti furono puliti l’ultima volta nel primo Novecento, il portone non subisce un’oliata anche simbolica sempre da quegli anni lì.

Ci sono già tutti gli ingredienti per una bella polemica, basta solo un bravo cuoco. Ma nossignore. Noi ci occupiamo di altro, la pars destruens l’abbiamo superata dai tempi che furono e allora via, con una dimostrazione di quelle che entreranno nella storia. Tre giorni per togliere lo sporco di anni, con l’energia si può fare tutto. Serve qualche soldo per i prodotti, ma non è un problema, ce l’abbiamo grazie alle centinaia di persone (comuni con la c minuscola) che in questi 8 mesi hanno creduto in noi. E allora via: rullare su e giù sul pannello ripianato da colpi di stucco poetici come endecasillabi, mentre eroici volontari scartavetrano dal portone la polvere delle bombe della seconda guerra mondiale e altri ancora raschiano il pavimento incrostato con la spazzola d’acciaio…

Infine arredare con i mobili di casa propria quella che per tre settimane sarà la casa nostra e di tanti. Così il Ministro Marchettoni priva il salotto di casa del suo 46 pollici per fare vedere anche agli altri quello che stiamo facendo, altri ci mettono il lettore dvd, le ciabatte, gli adattatori, da bere, da mangiare, tutto quello che hanno insomma, e il miracolo prende forma: le cornici Ikea da 7 euro e 99 sembrano leoni in fuga nella savana del progresso, le nicchie restaurate dietro la navata principale sono spazi di raccoglimento e arrivano fiumi di persone di tutte le età a celebrare questo miracolo di comunità.

È la prima volta che entro qui dentro”, continui a ripetere. Ed è la prima anche per chi c’è già stato mi permetto di aggiungere. La chiesa è la casa del Sacerdote si sa… Non è fatta per accogliere incauti professionisti della lamentela. “Bisogna perdere tempo per guadagnarne” ci ricorda sempre il nostro Presidente Cipriani. Nulla di più vero, oggi…

Vi aspettiamo fino all’11 ottobre all’ex chiesa di Santa Maria della Misericordia, in via Oberdan 54 (Perugia). Tutti i giorni dalle 16 alle 20 (venerdì e sabato fino alle 24), per vedere cosa vuol dire lavorare nello spazio. Questo spazio è vostro, noi ve l’abbiamo restituito…

 

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