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di Teresa Agostini

 

Mi è successo di recente di pensare molto alla mia vita da studente di liceo classico, sebbene ai tempi non fossi così entusiasta di dover andare a scuola, oggi rimpiango sinceramente quel periodo non poco – vuoi per nostalgia o per la spensieratezza che si ha in quella fase di vita. Comunque sia una delle cose che mi mancano di più è la letteratura. Di certo un solo articolo non basterebbe per poterne parlare esaustivamente, ma trovo che non parlarne affatto sarebbe ancora peggio. Anche perché la credenza popolare vuole che le cose che si studiano a scuola servano, poi, a ben poco nella realtà e io trovo che al mondo esistano poche affermazioni più false di questa.

Dunque oggi ho deciso di dimostrarvi la mia teoria riproponendovi una carrellata di alcuni periodi chiave della storia della letteratura italiana attraverso delle scritte sui muri realizzate nella nostra epoca; questo non solo a dimostrazione che ciascuno di noi utilizza quotidianamente ciò che ha imparato a scuola, ma anche per ricordare a tutti che la letteratura è imperitura e vive attraverso ciascuno di noi ogni singolo giorno.

 

ILLUMINISMO

illuminismo

Il Settecento è il secolo degli intellettuali che sostengono il razionalismo come base della conoscenza. Le cose, la realtà, la natura sono comprensibili con il solo aiuto della ragione e questo fa sì che si attribuisca sempre maggiore importanza alle capacità della ragione umana. Come ci spiegano anche i filosofi illuministi, infatti, la ragione è la luce che si apre nel buio dell’ignoranza e della superstizione e supporta la nuova scienza sperimentale che contrappone la libera ricerca intellettuale ai dogmi della religione.

 

 

ROMANTICISMO

romanticismo

Le idee romantiche nascono in Germania nella prima metà dell’Ottocento, propagandosi dal movimento dello Sturm und Drang. I romantici rivalutano il sentimento, la passione e la libertà. Riavvertono il bisogno di Dio. Si sente un profondo legame con la natura. Da qui atteggiamenti come il pessimismo, il vittimismo ma anche il ribellismo, ovvero la voglia di ribellarsi a ogni vincolo morale, ma anche lo slancio eroico e passionale.

 

 

 

LA SCAPIGLIATURA

scapigliatura

La Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario sviluppatosi nell’Italia settentrionale a partire dagli anni sessanta dell’Ottocento. Gli scapigliati erano animati da uno spirito di ribellione nei confronti della cultura tradizionale e il buonsenso borghese tanto che uno dei primi obiettivi della loro battaglia fu il moderatismo della cultura ufficiale italiana. Guardarono in modo diverso la realtà, cercando di individuare il nesso sottile che legava quella fisica a quella psichica. Di qui il fascino che il tema della malattia esercitò sulla loro poetica, spesso riflettendosi tragicamente sulla loro vita. Negli scapigliati, difatti, si forma una sorta di coscienza dualistica che sottolinea lo stridente contrasto tra l'”ideale” che si vorrebbe raggiungere e il “vero”, la cruda realtà, descritta in modo oggettivo.

 

VERISMO

verismo

Il Verismo è un movimento letterario che si diffonde in Italia nell’ultimo trentennio dell’Ottocento dietro la spinta di un analogo movimento francese, il Naturalismo. Carattere fondamentale del Naturalismo è il ritorno alla natura che si esprime attraverso la composizione di opere letterarie che hanno come argomento la realtà umana e sociale (anche quella più umile, penosa e sgradevole), rappresentata con rigore scientifico, in modo cioè del tutto oggettivo, distaccato.

 

IL DECADENTISMO

decadentismoIl Decadentismo è una corrente artistico-letteraria che si sviluppa nei primi anni del Novecento. Durante questo periodo i poeti e gli scrittori si sentono estranei da un mondo che considerano materialista, allo stesso tempo partecipano al senso di decadenza morale della loro epoca. Sentono che solo l’intuizione e la sensibilità, il sentimento, possano farli penetrare nei misteri della vita e farli distaccare dal materialismo. Per questo la loro poesia è libera, leggera, carica di significato e simbologie.

 

CREPUSCOLARISMO

crepuscolarismo

I Crepuscolari furono un gruppo di poeti operativi all’incirca nel primo ventennio del XX secolo, che interpretarono in modo particolare la sensibilità e i temi del Decadentismo italiano. Essi cantano le piccole cose di ogni giorno, gli oggetti e gli ambienti più banali, le abitudini, gli affetti e l’intimità di una vita senza grandi ideali, rifiutando l’impegno nella realtà sociale, sognando il ritorno all’infanzia e aspirando ad una vita semplice, confortata dai valori della tradizione nel ripiegamento nostalgico su sé stessi, unito alla malinconia dell’esistenza.

 

 

FUTURISMO

futurismo

Opposti al movimento del crepuscolarismo nacquero i futuristi, i quali reagivano alla caduta degli ideali della loro epoca proponendo una fiducia fermissima nel futuro. Si affermano nel futurismo il credo per le nuove tecnologie, il futuro, si rafforzano gli ideali della forza, del movimento, della vitalità, del dinamismo e dello slancio e si spronano i letterati a comporre opere nuove, ispirate all’ottimismo e ad una gioia di vivere aggressiva e prepotente. I futuristi sperimentano nuove forme di scrittura e di poesia che esprimano tutto il loro attaccamento al movimento e alla libertà, negano la sintassi tradizionale, modificano le parole, le dispongono sulla pagina in modo da suggerire l’immagine che descrivono.

 

ERMETISMO

ermetismo

I poeti ermetici vennero definiti così nel 1936 da Francesco Flora poiché quest’ultimo considerava perfettamente descrittivo della loro poesia l’aggettivo ermetico. I poeti ermetici con i loro versi non raccontano, non descrivono, non spiegano ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono pervenuti attraverso la rivelazione poetica e non con l’aiuto del ragionamento. I loro testi sono estremamente concentrati e racchiudono molti significati in poche parole e tutte le parole hanno un’intensa carica allusiva, analogica, simbolica. La poesia degli ermetici vuole liberarsi dalle espressioni retoriche e dalla ricchezza lessicale fine a se stessa. Gli ermetici vogliono creare della “poesia pura” che possa essere espressa con termini essenziali. Concorrono a questa essenzialità anche la sintassi semplificata che spesso viene privata dei nessi logici, con spazi bianchi e lunghe e frequenti pause che rappresentano momenti di concentrazione, di silenzio, di attesa.

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