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La prepotenza dei parcheggiatori seriali sul sagrato di Sant’Ercolano, con tanto di sfregio alla storia e alla cultura di Perugia, non ha indignato solamente noi del Collettivo Emergenze. A noi hanno preso a girare le scatole perché a fronte di questa tolleranza evidente per la bruttezza e per l’ignoranza abbiamo rilevato l’atteggiamento equivoco e di profondo ostracismo nei confronti di Edicola 518 e della cultura in genere. Da parte di pochi cittadini ma che hanno ascolto nelle sedi che dovrebbero invece ignorarne le lamentele, e preoccuparsi di chi deturpa la città.
Ma a risentirsi sono stati gli stessi cittadini, e un rilancio giornalistico nazionale è arrivato da Globalist con questo articolo che ci riguarda: Perugia, il parcheggio selvaggio sul sagrato meglio della cultura. Sottotitolo: “Accade sulle scalette di Sant’Ercolano, dove è nato un posto unico al mondo: Edicola 518. E dove le regole funzionano asimmetricamente”.

Un momento della proiezione di Io sto con la sposa. Cultura vera, contro l'arroganza del parcheggiatore sul sagrato.
Un momento della proiezione di Io sto con la sposa. Cultura vera, contro l’arroganza del parcheggiatore sul sagrato.

Così con soddisfazione rilanciamo su queste pagine il testo, eccolo.

A Perugia si è aperto il dibattito. Meglio il centro al buio e deserto o vivo e culturalmente interessante? E ancora: meglio lo sfruttamento seriale dei festival che occupano tutto per una settimana, usano il centro come scenografia urbanistica e poi spariscono o una presenza di attività musicali, artistiche sul territorio che lo rendono vivo? Meglio Perugia capitale della droga o meglio Perugia centro propulsivo di una cultura che ha radici sul territorio e parla al mondo?
Parte di questo dibattito nasce dalle attività sul territorio di un progetto artistico-editoriale e di un Collettivo che nel centro storico hanno restaurato e riaperto un’edicola abbandonata, trasformandola in un polo culturale di livello internazionale, Edicola 518 di cui parlano in tutt’Italia e oltre (per esempio Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera).
Ora la parte positiva è che esistono attività, come questa,  che riescono ancora ad accendere quel desiderio che coinvolge le persone e che spalanca la mente alla comprensione dei problemi reali. La parte negativa è l’ostracismo che suscita nella parte più conservatrice della cittadinanza e di conseguenza delle istituzioni che con motivazioni fantasiose cercano di evitare che progettazioni artistiche di livello acclarato come “Riprendere il filo” (quattro km di filo rosso a ritessere il centro storico) possano vivere. Meglio niente, verrebbe da dire. Oppure meglio la bruttezza che si espande o la scintillante finzione che svuota le casse pubbliche per iniziative di zero rilevanza.
Alla fine di questa premessa l’ultimo casus belli. Legato all’idea falsata di decoro che sembrano avere le istituzioni.
Scrivono i ragazzi del Collettivo Emergenze che gestiscono il Progetto Edicola 518: “Volevamo solo segnalarvi che vi sono numerosi vicini che si lamentano e chiamano la polizia quando gli portiamo sotto casa gratuitamente artisti di statura internazionale e sono invece felici di avere tutte le sere l’area pedonale di fronte alla chiesa del patrono della città di Perugia Ercolano trasformata in parcheggio. Segnalo anche che i vigili che spesso vengono a disturbare serate musicali o artistiche di altissimo livello, raramente adempiono al ruolo per cui li paghiamo, che sarebbe quello di fare le multe a questi.
Questo è ieri sera ma fidatevi non si tratta di un’eccezione”.

Con tanto di foto, questa che vedete e che mostra lo sfregio evidente di macchine parcheggiate comodamente sul sagrato. Come tutte le sere, come spesso di giorno, senza alcun controllo (leggete il dibattito in corso, è interessante). Ma, differentemente, un controllo ferreo avviene sulle attività culturali di Edicola 518. A ogni stormir di foglie, a ogni chiamata – raccontano i ragazzi del Collettivo – arrivano le forze dell’ordine a cercare di evitare una forma di spaccio che evidentemente non è gradita, quello di generi culturali.
Per esempio, recentemente è stata proiettato sulla pietra di Sant’Ercolano un film di grande spessore etico, che aiuterebbe molto a capire il fenomeno dei migranti, “Io sto con la sposa”. E nello stesso spazio in cui le macchine spadroneggiano si è svolto un braccio di fero tra divieti su basi più o meno fantasiose, minacce, con tanto di arrivo poliziesco alla ricerca di reati legati alla bellezza del cinema (esilarante questa narrazione).

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