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di Valentina Montisci


C’è un aspetto del lavoro sul Progetto Emergenze che mi affascina superiormente. La bellezza assoluta delle facce delle persone quando lo scoprono. Ho negli occhi quelli che con il naso all’insù guardavano il filo con stupore interrogandosi sul perché della sua esistenza. Interpretando la sua presenza con mille ipotesi: c’era chi pensava che quel filo rosso potesse risolvere i problemi del mondo e chi era pronto ad affermare che fosse là solo per ricordarci che quando camminiamo dobbiamo guardare ciò che ci circonda. Non solo dove poggiamo i piedi.
Per esempio ho osservato con meraviglia chi si è fatto ritrarre, davanti a un foglio bianco a fare da set fotografico, da Walter Meregalli. Nello sguardo emozione, curiosità, determinazione.
E poi i volti di chi scopre sulle scalette l’Edicola 518: dai bambini incuriositi alle signore che si fermano ad ascoltare. Poi gli amici, gli artisti, i giornalisti che arrivano da ovunque per dibattere, discutere e raccontare. A far in modo che il fermento e l’attività culturale e la poesia siano sempre nostre compagne di viaggio e di avventure. Volti belli, solari, infervorati, sorridenti. Insomma la faccia di una poesia che è fatta vita e che stiamo vivendo tutti noi insieme. Noi di Emergenze, i viandanti, i turisti, i camminatori stanchi. Ecco il mio di sguardo, scorrendo la gallery.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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