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di Salvatore Cerniglia

 

Street Fighters è un percorso immaginario che racconta il caos dell’ironia, della tragedia, della crudeltà ma anche della bellezza, nella vita quotidiana, nel suo scenario più autentico: la strada.

Ogni settimana una fotografia, dietro cui immaginare una storia.

Un inizio, una fine.

L’amore che diventa odio che diventa niente.

O viceversa.

Labbra su cui posare l’amore che basta o che avanza.

Un viaggio in autostop di cuori ad orologeria su mezzi di fortuna.

#17 / CENERE

Andremo
avanti
senza
di noi.

Spingendo
i pugni
nel cielo
per guardare
più in là.

Pregheremo
che sia di
cristallo
per sentire
dolore.

Scorrerà
il sangue
dalle mie
mani invecchiate
e avrà
il tuo
sapore,
l’odore,
i tuoi occhi.
Il tuo cazzo
di respiro
che per me
era ossigeno
di cui mi nutrivo.

Perché io ero fatto di te.
Ora resta la polvere.

E la fine.

E lo spazio
vuoto nelle
mie vene
dove tu
prima abitavi.

Grazie per il viaggio vita mia.

È stato magico,
come fossimo eterei.

Volerai
su altri
corpi che
imparerai
ad amare
e penserai
un po’ al mio
giusto per
un istante.

Io tornerò alla cenere.

Più in fondo
possibile,
dove non
si vede
più niente.

Dove la vita finisce.

Nell’universo che noi conosciamo,
tu eri l’unico esemplare.

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#16 / VUOTO

Dove prima
noi eravamo
sostanza,
ora è un vuoto
incrostato
più grande
di me.

Solo sporco nel niente.

Mi allontano
ma è grande,
non ne vedo
la fine.

Mi accarezza ma è freddo.

Non è come
il tuo sangue
che scaldava
le mani,
pronte a scavare
a fondo le mie
carni smaniose.

La nostra intimità
non ci appartiene più.

Come ci si abbandona per sempre?

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#15 / SEI DAPPERTUTTO

SEI DAPPERTUTTO

Sei
dappertutto.

Poi
da nessuna parte.

Sono
andato
in trasferta
a Milano
a cercarti.

Per
averti
con me
dappertutto.

Che
da nessuna parte
è come morire.

Mi
hanno
detto
che
sembravo
il capo
ultrà
dell’amore.

Coi
fumogeni
in mano
seminavo
terrore.

Fino
a quando
ti ho vista,
tu che
sei la
la mia
unica
squadra
del cuore.

Sei
l’estensione
naturale
di ogni
parte
di me.

Delle
mie
parti
migliori,
di
quelle
nascoste
che gli
altri non
sanno.

Aspettiamo il tramonto sul Naviglio Pavese.

Poi
la sera
torniamo
in ritiro.

Che le
nostre
partite
più calde
le giochiamo
in casa
a porte serrate.

Ci
marchiamo
stretti.

Io
il mago
del fallo
da dietro,
tu
in difesa
mi lasci
passare.

90 minuti non ci bastano mai.

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#14 / MATISSE

Il mondo
la fuori
non mi
riguarda.

Mi fletto
davanti
all’assenza
di Te.

Non riesco ad uscire.
Non mi voglio rialzare.

Fuori
splende
come
fosse
un Matisse.

Dentro
è buio
come
in fondo
a un burrone.

Sei una questione di vita o di morte.

matisse

#13 / FINO AL MIDOLLO

Sono qua
da un po’
ad aspettare
che apri
la porta
e arrivi
splendente.

Che qui
a breve
piove
e tu sei
il mio
riparo.

Un manto
maliardo
che mi
avvolge
irruente
fino a
dentro
le ossa.

Come fossimo uno soltanto.

Aspetto
per tutta
questa
cazzo
di vita.

O anche
per sempre
se è necessario.

Più avanti
del tempo,
più forte
del vento
e degli
uragani.

Ma vuoi
mettere
adesso?

Io e te che
godiamo
l’uno
dell’altra.

Fino al midollo.

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#12 / MOGANO

Ho scelto
la notte
perché
tu vivi li.

Non fatico per niente.

Ormai
guardarti
è tutta
passione.

Non mi serve nient’altro,
basti tu e il tuo sapore.

Non riesco
a parlare
ma ti
osservo
per ore.

Sono come un film muto.

Ardo
come
legna
elegante
di mogano
bruno,
tu sei
il mio
braciere
di marmo
pregiato.

Insieme
siamo
carne
per gli
occhi.
I muscoli tesi.

Sapori che
arrivano
dritti
al cervello,
poi tornano
in basso
verso
zone
private
che ci
saziano
i corpi.

Che diventano rossi
di piaceri proibiti.

Tu sei la mia fame.
Io sono la tua.

Mogano

#11 / EMERGENZA

Aspetto
con ansia
che finisci
le scale
e compari
dal buio
che ho
dietro
le spalle.

E mi stringi
veemente.

A schiarirmi anche dentro.

E sentirmi
infuocato
di baci
che bruciano.

Mentre tutto
è sospeso
nel tempo,
saliremo
correndo,
che i baci
lo sai,
poi diventano
lava rovente
per noi.

Ed è piena emergenza.

Non riusciamo
a gestirli.

Non vogliamo neanche.

Incendiamo il tuo letto.
Cominciamo da qui.

Emergenza

#10 / INVISIBILE AGLI OCCHI

Aspetto
che torni
a portarmi
colore.

Che ogni
volta che
manchi
non mi
vedo
neanche.

Non mi vede nessuno.

Invisibile
agli occhi.

Servi tu,
che sei
vera.

Carne bianca,
occhi caldi.

Che infuocano
anche se
sono chiusi.

Come
i miei
proprio
adesso,
che sono
nei tuoi.

Anche se
non lo sai,
anche
prima
che arrivi.

Sei orgasmica al tatto.
Anche al solo pensiero.

Invisibile agli occhi

#9 / PETROLIO

Ci sono
le notti
che sono
petrolio.

Poi tu
quando
passi
sei
piena
estate.

Mi basta
uno sguardo
anche
in vicoli
e anfratti,
per sentire
l’essenza
che emani
dal corpo.

Ora corri,
saltami
addosso,
sono solo
sei passi
se voli,
così
dell’essenza
ne faremo
un’aroma.

Petrolio

#8 / COME LA SETA

Solo
quando
sei nei
paraggi,
la mia
ilarità
riesce a
sbranarci.

Siamo
animali
ferocissimi
uniti.

Le rocce,
che poi
per noi
sono
seta,
riflettono
i nostri
occhi
chiari e
smaglianti.

Dominiamo
le nevi
sulle
nostre
cime
solenni,
col tuo
soffio
violento,
che a me
stimola
il sesso.

Tu
però
arriva
ora,
che
sennò
tutto
questo,
me lo
immagino
e basta.

E perfino
la seta
non
sarebbe
capace
di ridarmi
un sorriso.

Come la seta

#7 / VESTITA

Ti preferivo
di spalle
nuda
sul mio
letto
e contemplare
il sangue
dei tuoi
graffi
che mi
solcavano
il ventre.

Invece
di vedere
che te
ne vai,
di spalle.

Vestita.

Preferivo
le curve
irrequiete
che i tuoi
fianchi
disegnavano
quando
mi stavi
sopra.

Che quelle
sporche
e agitate
di queste
scale
che ti
portano
lontano,
vestita.

Di spalle.

Vestita

#6 / VIVI TU

Ciao a te,
che una
volta eri
vita.

Vivi tu
al posto
mio.

Mentre
il mondo
mi corre
accanto
a distanza
di sicurezza.

Io
muoio
pezzo
dopo
pezzo.

Ho provato
a vivere
giocando
a basket
coi cinesi
sotto casa
tua.

Ma non esisto.
Sparisco.

Non mi
sento più
le gambe.
Perdo
conoscenza
e vado
piano.

E
con
gli
occhi
che
esplodono,
ti dico
arrivederci.

Vivi tu

#5 / JOY DIVISION

Volavamo
alti
insieme
noi due.

A cercare
inesorabili
l’oceano
anche
nel cielo.

Non
avevamo
nemmeno
bisogno
di barche.

Io il vento
in faccia,
tu in cuffia
i Joy Division.

Eravamo
invincibili
insieme.

Poi mi hai lasciato la mano.

Joy Division

 

#4 / TUTTO IL MIO SPAZIO

Eri tutto
il mio
spazio
vitale.

Le pareti,
il soffitto.

La finestra
da dove
ti guardavo
arrivare.

Ogni giorno.

Ora è vuoto.
E silenzio.

Solo muri
ingialliti
dal fumo
di sigarette
fumate fino
a mattina.

E il tuo
odore
condensato
nell’aria.
O almeno
in quella
che resta.

La canzone
che al mattino
ci svegliava
eccitati
non sarà più
la nostra.

A che serve
adesso questa
casa che tace?

Il caffè
ho imparato
a prenderlo
amaro
ma non riesco
più ad alzare
lo sguardo.

Dalla
stessa
finestra
aspetto
che torni.

O faccio
un falò
coi ricordi
e le foto,
mentre
ascolto
quel brano
che ci faceva
spogliare.

Tutto il mio spazio

 

#3 / LE LABBRA

Le tue labbra mi parlano
anche quando stai zitta.

Si muovono.
Pulsano.

Disegnano storie,
raccontano
immagini
premonitrici.

Le bagno con cura,
con sorrisi affamati.

Gli chiedo ancora
silenzi assordanti.

Nessun suono si sente
ma è dentro che fremo.

Ogni fibra mi scuote.
Mi turba,
mi vibra fin
dentro l’orecchio.

Ora è sera.
Mi parli.

Io ancora rapito
provo a capirti,
ma sono perso dentro
quelle labbra
tumide e rosse.

Accenno qualcosa,
“Meraviglia che sei”,
poi mi fermo, di colpo,
mi manca il respiro.

Tu prontamente
mi dici, sta zitto.

Le tue labbra mi gridano
anche quando non parli.

Si muovono.
Pulsano.

Io ti dico, sta zitta.
So già tutto.

Tu mi dici, lo so,
ti ho ascoltato fin’ora.

Non era un silenzio quello appena trascorso.

Respiravo
il tuo fiato
ed il mio,
prepotente,
diventava
affannato
e indagava
il tuo corpo.

Ci stavamo toccando,
baciando,
perdendoci l’uno nell’altra.

Urlandoci dentro,
quanto cazzo ti amo.

Le labbra

 

#2 / CARNE E OSSA

Tutto sbiadisce
nel freddo e nel vento.

Si dissolvono i cuori,
i sorrisi diventano
smorfie sfocate.

Le mani non scaldano
seni gelati.

Né schiene bianche,
cosparse di nei
che sono preziosi.

Diamanti grezzi.

Ed io invece qui,
in carne e ossa.

Ancora rovente
di spasmi infiammati.

Dal tuo odore
che si lega col mio.

Sto fermo,
ti aspetto.

Tu non metterci troppo.

Che il tuo seno
freddissimo
mi cerca le mani.

Carne e ossa

 

#1 / CASCATA

Ci uniamo alle gocce
rimaste per strada.

Diventi mare a gennaio,
io fiume in piena.

In apnea mi fondo
al tuo sale.

Ora siamo cascata.

La corrente ci sbatte
sul divano in salotto.

Respirami addosso,
qui siamo all’asciutto.

Cascata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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